Dedicare tempo agli altri riduce ansia e depressione, aumenta il benessere e la soddisfazione di sé e potrebbe addirittura allungare la vita. Un’ampia revisione di numerose ricerche condotta da un’università inglese dimostra che occuparsi degli altri e spendersi in attività benefiche non è vantaggioso solo per chi riceve le nostre attenzioni, ma anche per la nostra salute. Stando ai risultati dell’approfondita analisi, i vantaggi per la salute mentale sarebbero chiari: migliore benessere generale, minore rischio di ansia e depressione e maggiore soddisfazione per la propria vita in generale. Alcuni dati hanno anche suggerito una riduzione della mortalità del 20 per cento. Anche gli adolescenti impegnati in progetti di volontariato stanno meglio: calano colesterolo, marcatori dell’infiammazione e pure il peso, in più si registrano effetti positivi sull’autostima, l’umore, la capacità di empatia e la salute mentale. I meccanismi con cui il volontariato può far bene alla salute non sono chiari: alcuni sottolineano che aiutare gli altri è appagante per la psiche e questo, attraverso il sistema neuroimmunoendocrino, avrebbe ripercussioni benefiche su tutto l’organismo. Altri ipotizzano che alcune conseguenze positive sul fisico dipendano dal fatto che spesso i volontari passano una maggior quantità di tempo all’aria aperta e in movimento. In Europa la prevalenza del volontariato fra gli adulti si ferma attorno al 22 per cento, negli Stati Uniti sale al 27 e in Australia addirittura al 36 per cento della popolazione.
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