Cinque anni di storie, soprusi e sperperi segnalati dai telespettatori. Sono quelli raccontati magistralmente dal giornalista Rai Umberto Braccili nel bellissimo libro-denuncia Lo dico al tg (Giacinto Damiani editore, euro 20). Si tratta del secondo libro pubblicato dal bravo giornalista rosetano, un professionista di grande spessore, professionale e umano, che alle luci dei riflettori e ai calci di rigori senza portiere… ha sempre preferito sentieri tortuosi e scomodi, avendo come unica bussola la verità. E soprattutto sedendosi sempre insieme agli ultimi… Ecco, allora, che dopo il primo lavoro pubblicato nel 2010, Macerie dentro e fuori, un libro sul terremoto diventato oggi spunto per un premio di laurea nelle facoltà italiane di Geologia, l’autore ha mandato in stampa il sunto di oltre cinque anni di una rubrica settimanale all’interno della programmazione di Rai Abruzzo. Una pubblicazione, come tiene a sottolineare Braccili, suggerita e sollecitata dai telespettatori che seguono il tg regionale. “È un libro – osserva l’autore – dalla parte del cittadino che mette in evidenza le ingiustizie, la burocrazia, le scelte, a volte sbagliate, della politica subite dalla gente normale. È uno spaccato del momento dalla parte di chi, a volte, non ha voce per cercare di cambiare le cose”.
Il volume inizia con “Incompiute”, il racconto degli sperperi pubblici negli ultimi cinquanta anni. Seguono, poi centocinquanta storie segnalate dai cittadini. Ogni storia presenta un sunto della segnalazione giunta in redazione, poi il racconto dell’inchiesta e infine un eventuale aggiornamento datato ovviamente alla stampa del libro.
Dalla vendita del volume Umberto Braccili non metterà un solo euro in tasca. Le spettanze totali dell’autore e una parte del ricavo dell’editore, andranno infatti a sostegno delle attività della piccola associazione Abilbyte Onlus di Pineto che si occupa di assistenza, ricerca e formazione nel campo dell’utilizzo di ausili informatici a favore della disabilità motoria grave, primo beneficiario del progetto, e di altre associazioni di volontariato. Come ad esempio la Caritas che ha attivato a Teramo l’emporio della solidarietà per i meno fortunati. Un un negozio dove non occorrono soldi per acquistare…